si definivano i lineamenti e la ferita spariva, così si portava a pensare che una ferita che non guarisce si chiama stigmate, lei aveva pensato al male del secolo scorso, ormai pensava immergendosi negli ultimi fatti mondiali a quello attuale, che però poi non c'era niente di miracoloso in un incisione che portava sofferenza.
non aveva mai capito, come nella morte di Dio, ci fosse stata la salvezza del mondo.
la sfatizzava la ferita, aveva fatto contenti in molti, non tutti avevano pensieri alti come lei, ma ricordava quel film famoso, che aveva condiviso con suo fratello e il giro della vela, di chi aveva sotterrato il braccio e ne rideva, pensava e si riscaldava a quel pensiero alla citazione del lago ghiacciato portato via dalle anatre in volo.
e si riporto' improvvisamente in terra, al fiume e alla ferita, alla relazione con yankee.
per cui suoleva paragonarla, la ferita stessa, alla sua tana, alla sua piaga sempre aperta, che l'accompagnava dalla nascita, e che quindi per lei era un rifugio, in cui non sentirsi mai sola e che aveva reso così piccoli gli uomini, i qua qua ra qua
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