...

2 views

covi Diana dagli occhi luna 2 di f
la musica- si poteva ascoltare ovunque ora, pensava, ora si poteva ascoltare ovunque il movimento nel castello, non la lasciava fuori, non aveva bisogno di essere vista, il fuori ora era dentro, le orecchie sempre aperte servivano a recepirla, non più in maniera normale, che era udire e feel in concomitanza con l'heart, ora l'heart era per forza di cose anche earth e quindi servivano a riceverla, fungevano da recettore per 1 collegamento che andava diretto al centro della terra, della tana e una nuova porta si era aperta.
aveva sempre voluto essere brutta in modo che nessuno la guardasse o la commentasse, anzi la schifasse per non ritornare più su di lei, non brutta vecchia, che il corpo non aveva fatto bene il suo lavoro, ma brutta brutta.
non tutti la capivano quando parlava, mentre scriveva e questo la riportava a quando era piccola e micapisci quando parlo, gli piaceva non essere capita, nessuno commentava quello che non capiva.
e gli parlo',pensava, della nonna, di quanto era romana, e cresciuta nel cuore più intimo e cattolico che si trovava in ogni parte a Roma, perché e' nella sua anima,così che fa tutte suore e light, di una leggerezza che si accompagnava nelle pieghe dei vestiti e le rendeva veraci, come le vongole di un mare che e' solo lo sbocco del biondo che ognuno si porta nelle vene, un po' nobile un po' coatto, un po' popolo un po' santo, un po' poeta un po' cantore.
'Augu ancora campi' 'e che vengo a magna a casa tua'
chi non riesce a essere come te, ti tira giù per farti essere uguale a lui non potendo salire.
quell'occhio a Napoli si chiama malocchio.
erano i suoi avi che ora erano lei, il mondo salvava se stesso, la bellezza salvava il mondo, la natura come grotta e ferita perenne salvava il mondo.
non sempre quando scavi trovi il petrolio, noi abbiamo trovato una grotta, che anche quando raccolgo i capelli mi ritrovo davanti alla Madonna in posizione fetale.
e mi trovavo fisicamente a sentire la natura, che mi aveva accompagnata dalla nascita e chiudevo gli occhi, perché sopprimendo un senso, acutizzavo il tatto, pensando a quella canzone che il giorno prima mi aveva fatto male, obbligandomi a spingere lo stop, perché ascoltare non e' come il senso della vista che automaticamente puoi eliminare con un battito di ciglia, per eliminare l'udito devi usare il tatto.
e il covid che tutto si era portato via come un uragano, lasciandole il segno del desiderio di essere brutta ma che sembrava ci fosse sempre stato, in una presenza quasi assenza, in qualcosa di non visibile agli occhi per cui usava lo stesso tatto lo accentuava nell' alchimia, chiudendo gli occhi stessi, ma che era diventato universale come il battito delle ali di una farfalla.

© austin